Parco Dora, una "rivoluzione" verde

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Da TorinoClick del 15 aprile 2010:

“Là dove c’era l’erba ora c’è… una città, e quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà?” cantava Celentano negli anni ’60 per sottolineare la cementificazione di quei tempi. Ma ora, non è più così. La nuova parola d’ordine delle progettazioni urbanistiche è riconvertire al verde tutto il possibile.

Testimone di questa inversione di tendenza è sicuramente la nostra città che, in questi ultimi anni, complici anche le Olimpiadi del 2006, è stata oggetto di molti interventi di riqualificazione urbana in questa direzione. Tra questi occorre sicuramente annoverare la trasformazione dell’area industriale Spina 3 nel Parco Dora.

Un immenso parco che, con i suoi 456mila metri quadrati, oltre a fondere in un tutt’uno il passato industriale con la nuova identità di Borgo Dora, è destinato a diventare uno dei più vasti polmoni verdi del capoluogo subalpino.

L’ultimo lotto di tale trasformazione riguarda l’area Vitali - zona centrale del nuovo parco - che si estende per circa 92mila metri quadrati tra le vie Borgaro, Verolengo, Orvieto e corso Mortara. Una zona che, fino a poco tempo fa, ospitava le famose “Ferriere”, enormi capannoni dove si lavorava
l’acciaio. Tracce di un passato industriale che, per volontà dei progettisti, non scompariranno.

Giardini e aiuole, infatti, si mescoleranno con il metallo delle vecchie fabbriche di cui si sono mantenute parti delle strutture in cemento armato e la grande copertura dello strippaggio sarà il “tetto” di uno spazio multifunzionale che ospiterà eventi e manifestazioni sportive. Accanto al verde fanno bella mostra di sé gli imponenti pilastri rosso-arancione alti 30 metri che sono diventati il sostegno di una lunga passerella -accessibile con scale e ascensori- che collega l’area Vitali al lotto Ingest (il più piccolo delle cinque aree parziali del Parco Dora), consentendo ai visitatori di oltrepassare via Borgaro osservando il paesaggio dall’alto.

Le vasche di decantazione si trasformeranno in giardini acquatici e, l’edificio per il trattamento delle acque, diventerà una scultura accessibile, attraversabile con passerelle e illuminata da giochi di luce. L’ultimo piano della struttura dei locali tecnici invece, ospiterà un giardino pensile a cielo aperto. A breve avremo quindi un’oasi verde nella città.

Eliana Bert