Tunnel di corso Mortara in ritardo di altri due mesi

Stampa

Da un articolo sul sito de LaStampa del 23/1/2012:

Slitta ancora l’opera che collegherà via Orvieto e corso Potenza

Ci vorranno ancora due mesi, se tutto va bene. A Parco Dora qualcosa sembra essersi fermato a quest’estate, con l’apertura del nuovo ponte, primo passo della rivoluzione alla viabilità che ha portato alla sparizione di corso Mortara. In piazza Baldissera la «ciambella», superstite della sopraelevata che dal 1970 al 2006 ha collegato corso Vigevano con corso Mortara, scavalcando la ferrovia, è stata abbattuta. I quartieri, separati dai binari, ora interrati, sono stati ricuciti. Manca un tassello: il tunnel tra via Orvieto e corso Potenza. A inizio settembre avrebbe dovuto aprire il primo tratto del sottopassaggio, tra via Orvieto e via Borgaro. Il secondo lotto invece, avrebbe dovuto essere pronto entro fine anno, e sbucare in corso Potenza. È ancora tutto chiuso, con buona pace degli automobilisti che, da quando corso Mortara è stato chiuso, ogni mattina devono fare i conti con gli ingorghi.

Dovranno pazientare ancora. Due mesi, secondo le previsioni del Comune. Poi il tunnel -tutto- aprirà. Venerdì i tecnici di Palazzo Civico hanno incontrato l’impresa che sta ultimando i lavori, responsabile dei ritardi del cantiere, hanno fatto il punto e preteso un’accelerazione: le opere civili sono terminate, il sottopassaggio è percorribile, ma vanno ultimate alcune opere relative alla sicurezza (come le colonnine SOS). Infine, potrebbe essere necessaria una modifica al progetto esecutivo per adeguarlo alla nuova normativa sulla sicurezza delle gallerie urbane.

I consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno presentato un’interpellanza all’assessore alla Viabilità Claudio Lubatti per conoscere la cause del ritardo: «A settembre il tunnel non è stato aperto deviando l’intero traffico della circonvallazione cittadina sulle strade interne di Lucento e Borgo Vittoria, con un significativo aumento dei tempi di percorrenza e con un rilevante disagio per gli abitanti delle strade residenziali divenute loro malgrado arterie di scorrimento», lamentano Vittorio Bertola e Chiara Appendino, chiedendo al Comune di rivalersi, nel caso, sull’impresa appaltatrice.
Andrea Rossi