La città svelata dalla Dora

Da un articolo de LaStampaWeb del 24/11/2010:

Il fiume che «inventò» Torino, in un viaggio da Alpignano a Vanchiglietta

La Dora Riparia è l’autrice del sito della città. Ha trasportato a valle e sedimentato i detriti e ha inciso al loro interno i terrazzamenti. Sul più alto di questi è stata fondata Torino, in un punto dove la pianura dirupa verso il fiume, facilitandone la difesa». Andrea Bocco di mestiere fa il ricercatore al Politecnico. Ma alcuni anni fa, con l’associazione Città Svelata fondata tra gli altri dall’architetto Maurizio Zucca, discese la Dora a bordo di due gommoni della Protezione Civile. Da quel viaggio sul fiume-fantasma, che appare e scompare per lunghi tratti lì dov’è stato celato alla vista prima dalle fabbriche e poi dai condomini e dai centri commerciali, nasce oggi «Il fiume di Torino», 175 pagine che raccontano la storia della Dora percorrendone il corso da Alpignano fino alla confluenza con il Po, e che restituiscono un ritratto inedito della città vista dal fiume.

«Con Città Svelata volevamo far scoprire ai torinesi luoghi poco noti del territorio metropolitano», racconta l’autore. «Fummo i primi ad aprire le Ogr, e dove oggi c’è l’Environment Park organizzammo una mostra per far conoscere questo fiume ingiustamente dimenticato, eppure fondamentale per la nascita e lo sviluppo della città ». Molti anni dopo, Piero Ramasso, presidente della Circoscrizione 7, si è ricordato della cosa, e ha proposto a Bocco di scrivere per l’Ecomuseo una sorta di guida alla Dora. «Guardando la città dal fiume che le ha dato origine significa innanzitutto prendere atto una volta di più della sua bellezza. E rendersi conto che amarla significa averne cura. Noi purtroppo da questo punto di vista siamo diseducati, anche perché l’industria ha usato il territorio e molto spesso l’ha fatto senza rispettarlo».

Un rispetto che oggi invece è quanto mai necessario, si pensi ai ricorrenti disastri naturali provocati in tutta Italia dalla cattiva gestione di quel patrimonio preziosissimo e insostituibile che è la terra che calpestiamo. «Percorrendo la Dora ho scoperto con grande emozione angoli che non sapevo esistessero, quasi intatti, così delicati che alla fine ho deciso di non indicare la loro esatta ubicazione sulle mappe. Perché troppe altre volte mi sono imbattuto nelle tracce lasciate dal nostro passaggio, che purtroppo è facile immaginare ». Rispetto ad altri fiumi, tuttavia, l’affluente del Po è avvantaggiato, nel senso che se non altro la sorgente non è lontana e dunque l’uomo ha potuto fare meno danni di quanto non abbia fatto altrove. «L’acqua della Dora è un po’ più pulita rispetto a quella del Sangone, ma certo non si presenta in condizioni soddisfacenti. Camminare lungo le sue sponde significa trascorrere una bella giornata, e volendo d’estate ci si può fermare anche solo per prendere il sole. Ma sarebbe bello per esempio poter fare il bagno, cosa al momento sconsigliabile. La situazione paradossalmente è peggiore fuori città, per esempio a Susa o Bussoleno, dove ci sono le centrali elettriche e il fiume è vicino al minimo vitale. Durante la bella stagione poi ci sono i prelievi dovuti all’irrigazione, e al Po arriva un centesimo dell’acqua che in teoria potrebbe arrivare.

È anche per questo che gli inquinanti sono più invasivi». Poi c’è la questione della cementificazione, con i lunghi tratti coperti. «Tempo fa si sono avviati dei progetti per la rinaturalizzazione della Dora, ma poi sono stati rivisti per ragioni di budget». Un interessante tema di discussione, visto che il libro di Andrea Bocco verrà presentato alle 11 di giovedì 25 novembre nella sala conferenze della Biblioteca Italo Calvino, in Lungo Dora Agrigento 94, con un’ampia rappresentanza di amministratori. Vuol dire che nell’attesa di poterci tuffare nel fiume, possiamo almeno tuffarci nel libro, e guardare con altri occhi alla e ai suoi ponti e ai suoi argini, e anche a tutto quel che vi è nato intorno: fabbriche e condomini, certo, ma anche rimesse tranviarie e scuole, giardini e bastioni, piazze e mattatoi, passeggiando per Vanchiglia e Valdocco, Lucento e Borgo Dora.

Giuseppe Culicchia

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Immagine aggiornata ogni 15 minuti.
L'inquadratura punta a sud e ritrae parte dell'area Vitali del parco Dora, il grattacielo Intesa-SanPaolo, la torre di piazza Statuto, l'ex grattacielo RAI di via Cernaia, il campanile alto 83 metri della chiesa Santa Zita, sullo sfondo il grattacielo della Regione Piemonte e, quando sereno, parte delle Alpi.


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